Solari: guida a un acquisto e uso consapevole

Buongiorno ragazze, oggi parliamo di un argomento molto serio: la protezione solare.
E' un argomento spesso sottovalutato o che si pensa sia solo appannaggio di "scienziati" o "fissati".
E invece no, vediamo cosa possiamo dire, a livello generale, sulla pelle e sui rischi che corre con l'esposizione al sole!

L'articolo verrà diviso in 3 parti, per la vastità dell'argomento, e sarà scritto da me e da Sara Petralia, una mia cara amica che studia scienze Erboristiche ed è appassionata di INCI e cosmetici!
Trovate il suo profilo qui: Sara21_p !

Prima parte:
 - Raggi UV: questi sconosciuti
 - Pelle: informazioni base
 - Fototipi e come proteggersi
 - Filtri solari: fisici e chimici

Seconda parte:
 - Abbronzatura
 - Effetti positivi e negativi dei raggi UV
 - Come proteggersi
 - Tipi di solari in commercio: quale scegliere?
 - Bibliografia e per approfondire

Terza parte: Analisi di INCI di solari Bio e non e il nostro parere finale!



I RAGGI UV: questi sconosciuti


Inizierei con una breve introduzione sui raggi UV: cosa sono?
Sono ovviamente raggi solari, in gran parte assorbiti dall'atmosfera (ecco perché il buco dell'ozono è così pericoloso per la nostra salute, perché permette il passaggio di una quantità eccessiva di questi raggi) e che riescono a filtrare solo nelle lunghezze d'onda da 200 a 1800 nanometri.

Questo per chi non ha studiato fisica non significa nulla e quindi distinguiamo in modo molto semplice tre tipi di luce che passano nell'atmosfera:


1. La luce visibile, è il 37% ovviamente non è dannosa, se non a livello di occhi (si può restare "abbagliati" ad esempio);
2. La luce infrarossa, é il 60% e sono raggi usati a livello medico; il principale effetto è a livello corneo* (vedi dopo) ed è di provocare calore;
3. La ultriavioletta che sono il 3%. Questa luce UV (ultravioletta) può essere in parte riflessa dallo strato corneo* e quindi non penetra in profondità nella pelle, ma una quota invece non viene riflessa.
E' divisa in: UV-A (lunghezza d'onda 300-420 nanometri), UV-B (280-320 nm), UV-C (100-280 nm).

Approfondimento:
La cosa importante da sapere, anche per chi non ha idea di cosa siano le onde e la lunghezza d'onda, é che quando sente parlare di frequenza e di lunghezza d'onda può pensare a questa immagine.
La frequenza è il numero di oscillazioni in un secondo e più é alta, più sarà invece piccola la lunghezza d'onda, cioè la distanza tra una cresta e un altra (pensate alle onde del mare)!
E da ciò vi do un informazione fondamentale: più aumenta la frequenza, più la radiazione sarà energetica e quindi potente!



Vi mostro un'immagine che sembra tanto strana in realtà é molto banale (spero ci stia nella pagina ahah): vedete che mentre la freccia verso sinistra (rosa) indica l'aumentare della lunghezza dell'onda, la freccia verso destra mostra l'aumentare della frequenza e quindi della "potenza" del raggio!
Infatti non a caso vedete che i più potenti sono i raggi X, gamma e i raggi cosmici (e sono quindi più dannosi per la salute dell'uomo).
Poi vi è una parte al centro, con scritto "visibile" e che viene mostrata in basso. Prima di questa, quindi meno energica, è l'infrarosso; più potente della visibile è l'ultravioletto.




Tutta sta "pappardella" è per farvi capire che ci sono tre tipi di UV, quelli detti sopra, e che ora andremo a vedere cosa effettivamente significano per la nostra pelle.

UV-A: Raggiungono il derma, quindi giungono più in profondità.
Provocano pigmentazione e poi regressione della pigmentazione stessa (effetto di Meyrowsky, vedi in seguito *). Sono il 98%.
Effetti collaterali: possibile danneggiamento del collagene (che come saprete é ciò che da sostegno alla pelle e dunque riducendosi va a provocare rughe ecc) e l'elastina (che da elasticità alla pelle) e dei capillari.
Sono i più penetranti e sono responsabili di tumori, ma anche di aging, immunosoppressione e via dicendo. [Nei prossimi post approfondiremo gli effetti collaterali]

UV-B
: Eritematogeni (provocano eritema) e stimolano melanogenesi (che è alla base dell'abbronzatura, come spiegheremo nella prossima parte di articolo). Sono il 2%.
Effetti collaterali: Alterazione del materiale genetico, dunque sono anch'essi alla base dei tumori alla pelle.
Sia gli UVA che UVB poi causano anche danni agli occhi.

UV-C
: non raggiungono la crosta terrestre, dunque non ce ne occuperemo.


Dove e quando proteggersi
La quantità di raggi UV tuttavia non é uguale ovunque e sempre, ma varia in base alla Stagione e a dove siamo: bisogna avere qualche nozione per sapere poi come e quando proteggersi.

- Nei paesi del sud è maggiore rispetto alla Svizzera;

- In montagna é maggiore, perché aumenta con l'altezza. In più il bianco (della neve o di alcune spiagge) va a riflettere fino al 90% dei raggi, raddoppiandone quasi l'effetto!

In montagna
Bisogna sempre, sempre, essere protetti dal sole, in qualsiasi stagione.

In pianura
- Da novembre a febbraio non serve protezione, soprattutto per i tipi di pelle medi-scuri.
- In primavera tuttavia, viste le temperature basse, pensiamo di non doverci proteggere e invece già da marzo-aprile gli UV sono alti, come anche in autunno, ovvero settembre-ottobre. Serve quindi una protezione media (o alta in base al tipo di pelle che avete - vedi dopo) anche in città o pianura.
- Da maggio ad agosto elevatissima è la quantità di raggi e serve un giusto abbigliamento e una giusta protezione.


Quantità di UV
Si consulta sui siti metereologici, dove è possibile vedere la quantità di UV presenti nelle ore della giornata appunto:
-- >  Da 0-2 non serve protezione;
-- > Dai 3 ai 7 è richiesta una protezione ed evitare l'esposizione nelle ore più calde;
-- > Dagli 8 in su è richiesta una protezione altissima.


LA PELLE

Per capire il processo di abbronzatura e i vari danni/benefici dei raggi UV sulla salute, dobbiamo fare un breve cenno alla struttura della pelle.
E' un vero e proprio organo, con diverse funzioni. Quella che interessa a noi oggi é quella protettiva.

E' divisa in 3 strati principali:



1. Epidermide: strato più esterno, sottile (circa 0,2 mm), con ben 5 strati diversi di cellule.
Non li descriveremo tutti perchè penso non sia utile alla finalità di questo articolo, ma sappiate che il più profondo dei 5 é composto da cellule staminali che servono a rigenerare l'epidermide dopo lesioni ma anche al normalissimo turn over (ricambio) dello strato superficiale che avviene circa ogni 3-4 settimane. Lo strato superficiale invece é il famoso Strato Corneo (*1) citato sopra, che non é altro che uno strato composto da cellule morte, cheratinizzate e che rende impermeabile la cute esterna (sulla mucosa della bocca, per esempio, non é presente).

Per chi volesse approfondire, vi lascio un link di un sito affidabile molto amato dagli studenti di medicina, ma anche molto specifico: Epidermide.

2. Derma: tessuto connettivale intermedio, é la parte più spessa dell'immagine di sopra (4 mm). Contiene fibre elastiche (elastina appunto) e fibre di resistenza e sostegno (collagene). E' ricca di vasi e nervi e presenta annessi cutanei: follicoli piliferi (i peli per intenderci ahah), ghiandole sudoripare e via dicendo.

Qui il link per approfondire.

3. Ipoderma: é il più profondo, a contatto col sottocute, e ci interessa meno degli altri. Principalmente é ricco di adiposo e funge da riserve energetica e isolante termico.

Qui per approfondire.


FOTOTIPI 

Eppure, come variano i raggi UV, variano anche i tipi di pelle, detti fototipi.
Una famosa divisione in 6 tipi delle varie tipologie di pelle fu fatta da Thomas Fitzpatrick.
A ogni tipo di pelle poi si associano delle indicazioni su come proteggersi.

L'immagine associa a fototipo 3-4 protezione 20-25, é inesatto!
Quindi non badate alla parte inferiore dell'immagine.

Fototipo 1: pelle chiarissima (albini), sensibile, occhi chiari e capelli privi di pigmento (per natura, non per decolorazioni) e nessuna possibilità di abbronzarsi ed ustioni solari frequenti.

Fototipo 2: pelle chiara e sensibile, spesso lentiggini, capelli bianchi o rossi, abbronzatura difficile e ustioni solari frequenti.

Per questi due tipi di pelle, chiamati anche melano-compromessi, le misure di protezione sono: stare all'ombra soprattutto dalle ore 11 alle ore 15, usare un copricapo, un abbigliamento adatto (maglietta ecc) se si è esposti al sole, occhiali che filtrino il 100% dei raggi e usare le più potenti creme solari (50). Stare molto attenti a naso, padiglioni auricolari, labbra, nuca e occhi.


Fototipo 3: pelle medialmente chiara, occhi chiari o scuri e capelli castani, abbronzatura possibile ma non veloce, ustioni solari.

Fototipo 4: pelle abbastanza scura e non particolarmente sensibile, occhi scuri e capelli bruni o neri, abbronzatura veloce e persistente, raramente ustioni solari.

Queste persone, melano-competenti, quindi direi me compresa, devono portare occhiali da sole con filtri solari medi e un copricapo. Usare creme solari medie (il dermatologo comunque consiglia di usare sempre la crema 50, mai sotto i 30 comunque e di evitare lo stesso il sole dalle 11 alle 15.
Proteggere comunque nuca, labbra, naso e padiglione sotto forte esposizione UV.


Fototipo 5: pelle scura poco sensibile, occhi scuri, capelli neri e molto raramente ustioni solari.

Fototipo 6: Pelle nera poco sensibile, capelli neri, occhi scuri.

Per questi ultimi due tipi, melano-protetti, le precauzioni sono copricapo e occhiali da sole in luoghi con irradiazione intensa, e creme solari medie per il fototipo 5.

 


I FILTRI SOLARI 

I filtri solari sono sostanze chimiche che proteggono la pelle dall'esposizione di essa alle radiazioni solari e che vengono inserite all'interno di creme, definite per l'appunto solari, che vanno applicate prima dell'esposizione solare e tutti i giorni come crema da giorno per coloro che fanno parte dei primi 2 fenotipi (pelle albina, chiarissima e chiara, tratti bianchi, biondi e rossi). Per questo motivo ad oggi sul mercato della cosmetica non è difficile trovare creme da giorno con "fattori di protezione UV-A e UV-B.
Nello specifico i filtri solari vengono suddivisi in agenti di protezione fisici o inorganici e agenti di protezione chimici o organici. I primi hanno la capacità di riflettere o disperdere le radiazioni ultraviolette pericolose, mentre gli agenti di protezione chimici agiscono assorbendo i raggi UV e rendendoli innocui. La miscela di più agenti di protezione identifica l'efficacia di ogni crema protettiva.
Nel concreto ecco un elenco delle due tipologie di filtri che si possono trovare all'interno di una crema solare:

 

AGENTI DI PROTEZIONE FISICI

Quelli più utilizzati sono biossido di titanio e ossido di zinco, che per il loro profilo “sicuro” vengono impiegati in quantità relativamente altre nei filtri solari (fino al 25% è consentito) ed è per questo che nelle creme solari si trovano spesso tra i primi posti.

- Biossido di titanio  (Titanium dioxide): <<è il biossido di titanio (la formula è TiO2) che forma sulla pelle una barriera protettiva dai raggi solari e in particolare dagli UVB, responsabili dell’arrossamento della pelle. È per questo che viene usato nelle creme solari, negli stick protettivi, nei burro cacao, nei rossetti, ma anche in ombretti, blush e fondo tinta. Per sua natura è infatti un colorante, opacizzante in grado di assorbire i raggi ultravioletti e di resistere nel tempo. Usato da molto tempo in cosmetica, viene poco assorbito dalla pelle e non ha mai causato particolari problemi, né allergie. Per questo le creme solari per bambini e pelli sensibili preferiscono questo ingrediente o l’ossido di zinco (vedi dopo), al posto di filtri chimici. In alcuni casi, con l’esposizione al sole potrebbe creare radicali liberi. Per questo si consiglia di scegliere quelle formulazioni che lo associano ad antiossidanti, nemici giurati dei radicali liberi, come la vitamina C o il tè verde.>>

- Ossido di zinco (Zinc Oxide): <<è l’ossido di zinco, la formula chimica è ZnO, che in cosmetica viene utilizzato soprattutto nelle creme solari. È un filtro di tipo fisico che fa da barriera sia ai raggi UVA, sia agli UVB, dove però si dimostra meno efficace, a meno che non sia prodotto attraverso le nanotecnologie in forma micronizzata. Nelle creme solari è spesso associato a filtri di tipo chimico. Per questa sua capacità di essere una barriera fisica, visibile in determinate concentrazioni, è utilizzato anche in creme protettrici, fondotinta, ciprie e ombretti. Viene utilizzato da molto tempo in ambito cosmetico e si segnalano possibili allergie quando la sostanza non è micronizzata e rivestita, non ha altre problematiche, anche perché viene assorbito molto poco dalla pelle. Gli unici rischi riportati sono in fase di lavorazione: è infatti pericoloso respirarne i fumi. Sembrerebbe essere la scelta migliore, anche se le creme con un’alta concentrazione di questo ingrediente sono poco spalmabili e tendono a tingere di bianco la pelle (quando si parla di barriera fisica). In ogni caso solo i filtri di tipo fisico vengono accettati per una certificazione di eco-compatibilità, perché i filtri chimici, anche se non direttamente dannosi, tendono ad accumularsi nell’ambiente. >>

Vengono impiegati come agenti filtranti anche “ossido di magnesio” e “ossido di alluminio”. A seguire altre sostanze che fungono da supporto agli agenti fisici e hanno comportamenti simili a filtri fisici nei confronti dei raggi solari:

- Talco: inserito nelle creme solari da un supporto ad altri filtri e offre una certa protezione per conto proprio. Fa durare più a lungo le creme solari fino a quando non va a contatto con acqua (mare o piscine) dove si scioglie.

- Caolino: Il Caolino è una roccia sedimentaria costituita prevalentemente da caolinite. E’ un silicatico idrato di alluminio appartenente al gruppo delle argille. Ha attività protettive della pelle e non è allergenico.
La loro efficacia è correlata allo spessore dello strato di rivestimento sulla pelle e alle capacità “coprenti”.



AGENTI DI PROTEZIONE CHIMICI

- Paramminobenzoati: l’acido para-aminobenzoico o più conosciuto come PABA, veniva utilizzato come filtro solare chimico fino a qualche anno fa. È ormai in disuso a causa di rilevanti dermatiti allergie da contatto che provocava; attualmente vengono impiegati i suoi esteri come il 2 etilesil-p-dimetil-benzoato. Altre molecole appartenenti ai paraamminobenzoati non causano particolari allergie o irritazioni alla pelle (basse proprietà fotosensibilizzanti).

- Salicilati: vanno necessariamente combinati con altri fattori di protezione, poichè la loro capacità è bassa. Un esempio è il <<Benzyl Salicylate possiede una debole capacità di assorbire le radiazioni UVB ed è stato il primo filtro UV, insieme al benzyl cinnamate, ad essere incorporato in un’emulsione solare commerciale negli anni ’20. Dopo una lunga storia d’uso, insieme ad altri salicilati, è stato soppiantato da filtri più efficaci e non è più ammesso come filtro solare.>>

Cinnamati: sono un gruppo di composti presenti in aromi, essenze profumate e meno frequentemente in alcuni prodotti solari come filtri solari UV-B assorbenti e scarsamente solubili in acqua. Per questo motivo sono contenuti spesso assieme ai benzofenoni in schermanti “water proof”. Quello maggiormente utilizzato è l’etilesil-p-metossicinnammato o conosciuto come parsol MCX. Hanno bassa proprietà sensibilizzante ma sono note reazioni allergiche a cinnamati come cinnamaldeide, acido cinnamico.



- Derivati del benzofenone
Dal volume di Nadia Tadioli, "Senza Trucco", leggiamo alla voce "Benzophenone-3": <<meglio non averci troppo a che fare con questo filtro solare di tipo chimico che protegge la pelle dai raggi UVA. Uno studio del 2008 dell’americano US Centers for Disease Control and Prevention ha trovato questo composto presente nel 96,8% dei campioni di urina analizzati durante una ricerca: la National Health and Nutrition Examination Survey. Nei prodotti europei la presenza di una quantità pari o superiore allo 0,5% di oxybenzone deve essere segnalata in etichetta con la scritta “contiene oxybenzone”. Questo composto organico ha mostrato di provocare allergie ed è accusato di interferire con la nostra attività ormonale e di danneggiare le cellule. Inoltre è conosciuto come una sostanza chimica che favorisce la penetrazione nella pelle di altre sostanze chimiche. Sono questi infatti i lati oscuri dei filtri solari: che si degradino sotto il sole dando origine ai radicali liberi (dannosi non solo per la giovinezza della pelle), che passino attraverso il derma accumulandosi nel nostro corpo, che abbiano un’attività simile a quella degli estrogeni interferendo quindi con il nostro sistema ormonale. Per molti anni però è stato uno dei pochi filtri UVA a disposizione.>>

Bis-ethyl hexylophenol methoxyphenyl triazine: sempre Nadia Tadioli scrive <<è illeggibile e impronunciabile, ma come filtro solare (chimico) svolge efficacemente il suo lavoro. È un composto organico solubile in olio, conosciuto anche con il nome di Tinosorb S, o con l’altrettanto impronunciabile Bis-octoxyphenol methoxyphenyl triazine, che può capitare di trovare fra gli ingredienti. Protegge dagli UVB e dagli UVA, è fotostabile, quindi continua a proteggere sotto il sole senza degradarsi e aiuta gli altri filtri chimici eventualmente presenti nella formulazione della crema a mantenersi stabili. A differenza di altri filtri solari, non mostra interferenze con la nostra attività ormonale.>> 

- Buthyl Methoxydibenzoylmethane: <<lo troverete nelle creme solari, perché questa sostanza è in grado di filtrare i raggi del sole, soprattutto i potenti UVA e parte degli UVB. Conosciuto anche con il nome di avobenzone, è quello che viene chiamato un filtro chimico, una sostanza oleosa che deriva dal dibenzoylmethane. La sua capacità di assorbire uno spettro più ampio di raggi ultravioletti, rispetto a molti altri agenti filtranti, lo ha reso popolare in molte preparazioni commerciali, marchiate come “schermo totale”, dicitura che ormai non è più possibile utilizzare. Ha dimostrato però di degradarsi in modo significativo sotto i raggi del sole, diminuendo di molto la sua efficacia protettiva e dando origine a radicali liberi (molecole instabili capaci di produrre reazioni di ossidazione a catena, dannose non solo per la bellezza delle pelle). Questa degradazione delle performance può essere contenuta usando un fotostabilizzatore, per esempio l’octocrylene>>.

Drometrizole trisiloxane: <<è un filtro solare a largo spettro che ripara sia dagli UVA che dagli UVB. È una sostanza che si scioglie nei grassi e nell’olio ed è un derivato del benzotriazoleo. Spesso viene utilizzato in abbinamento al Terephthalylidene Dicamphor Sulfonic Acid perché le due sostanze mostrano di migliorare le loro prestazioni se usate insieme. È ritenuta una sostanza piuttosto stabile, quindi non corre molti rischi di degradarsi sotto il sole formando radicali liberi.>>

Terephthalylidene Dicamphor Sulfonic Acid: <<è un filtro solare che difende la pelle dai raggi UVA. È spesso usato in abbinamento con il Drometrizole trisiloxane perché le due sostanze mostrano di migliorare le loro prestazioni se usate insieme. È ritenuta una sostanza piuttosto stabile, quindi non corre molti rischi di degradarsi sotto il sole formando radicali liberi. Questa sostanza viene anche assorbita poco dalla pelle e ha pochi effetti sistemici, quindi è ritenuta relativamente sicura.>>

Octocrylene: <<lo troverete soprattutto nelle creme solari, perché questa sostanza fa da filtro ai raggi del sole, soprattutto agli UVB, quelli che provocano l’arrossamento, e anche ad alcuni UVA. Per questa sua, diciamo così, incompletezza è spesso utilizzato in abbinamento con altri filtri, anche perché è un prodotto molto stabile e tende a migliorare la stabilità e la fotostabilità di tutto il prodotto. L’octocrylene è considerato una molecola (2-etilesil-2-ciano- 3,3-difenilacrilato, questa la sua composizione) non-allergenica, non irritante e non mutagena. Però... anche in questo caso c’è un piccolo però, e riguarda alcuni casi di allergia da contatto. L’ipotesi è che l’uso, in continuo aumento, dell’octocrylene nelle creme solari e nei cosmetici, potrebbe provocare in futuro, fenomeni di sensibilizzazione. D’altra parte, dal sole bisogna pure difendersi e l’octocrylene rimane una scelta assolutamente ragionevole in un panorama di filtri ben più aggressivi.>>

Oryza sativa oil: <<è l’olio ricavato dalla crusca di riso. È un olio leggero che dà l’impressione di essere poco unto e che resiste molto bene senza irrancidire, grazie all’alto contenuto in vitamina E, antiossidante, e al gamma orizanolo, un filtro naturale ai raggi UVA che si trova spesso nei prodotti solari e nelle creme di uso quotidiano. All’interno dell’olio di riso si trovano anche fitosteroli e acido ferulico (un efficace antiossidante). L’alta percentuale di frazione insaponificabile (cioè quella parte che non è un grasso, un trigliceride e quindi non saponifica a contatto con una sostanza basica) ne fa un olio molto apprezzato dall’industria cosmetica. La sua estrazione però richiede sempre l’uso di solventi che possono essere sostanze inquinanti. Leggero, quasi incolore e inodore, resistente nel tempo, è un ingrediente ideale per i cosmetici, specie i solari. Il gamma-orizanolo è infatti in grado di filtrare i raggi UVA.>>

Antranilati: sono filtri solari derivati dell’acido orto-aminobenzoico con capacità UV-A assorbenti e pertanto spesso utilizzati in associati a filtri UV-B assorbenti per conferire una schermata totale alle radiazioni solari. Non sono state segnalate reazioni avverse a questo gruppo di molecole che vengono quindi considerato ottimamente tollerati.



In questa foto notate i vari filtri e la loro copertura.


N.B. I colori sono stati assegnati da noi in base alla tossicità, ma non prendeteli come oro colato ovviamente. Si basano sulle fonti (che riporteremo tutte nella bibliografia). Non sono presi dal Biodizionario e non sono categorici.

I filtri verdi sono quelli che non sembra abbiano effetti tossici.
I gialli sono quelli che hanno un "però", devono essere associati a qualcos'altr o possono causare danni all'ambiente.
I rossi sono invece quelli che sarebbe meglio evitare.






I filtri devono: 
·    Assorbire radiazioni nella regione UV compresa tra 280 e 360 nm
  1. ·       Avere bassa o nessuna idrosolubilità
  2. ·       Essere compatibili con altri eventuali componenti
  3. ·       Essere privi di azione irritante, sensibilizzante e tossica
  4. ·       Mantenere inalterata la loro efficacia per almeno 4 ore
  5. ·       Non decolorare e/o macchiare i vestiti e non produrre odori indesiderati

Il tutto a prezzi accessibili e garantendo l'assenza di teratogenicità (che può provocare malformazioni al feto, se applicata sulla madre in gravidanza).




Bene ragazze, per oggi é tutto!
Ci abbiamo messo ore, impegno e tanta passione a scrivere questo articolo e continueremo a farlo nelle prossime parti.
Ci fa piacere se lo condividete, perché la prevenzione e l'informazione sono importantissimi per la salute di tutti. Lasciateci anche dei commenti!!

Grazie per aver letto,
Bacioni



Lana e Sara






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